FINANZA OGGI
AL SERVIZIO DEL RISPARMIATORE
A COSA SERVONO I DERIVATI
Elisabetta Beghelli: Pianificatore finanziario certificato European Financial Planner and Adviser
e.mail: elisabetta.beghelli@finanzaefuturo.it
Lo strumento finanziario derivato, che sinteticamente rappresenta un impegno, o vedremo anche un’opzione, di acquistare o vendere ad una data futura un bene (per esempio azioni, obbligazioni, merci, tassi di interesse, valute), è evidentemente una scommessa speculativa che produrrà un guadagno per una controparte e una perdita per l’altra. Il termine speculazione è inteso coma la capacità di prevedere l’andamento futuro del prezzo del bene sottostante il contratto. I derivati sulle merci, sulle valute e sui tassi, sono i derivati più diffusi e sono strumenti di grande utilità, vediamo perché. Quando un’impresa produce dei beni destinandone una parte all’esportazione, si trova davanti a numerose incognite. Per esempio: il prezzo delle materie prime necessarie al processo produttivo, ma anche quello a cui cambierà la divisa estera ottenuta in pagamento. Come fare quindi a garantirsi un adeguato ritorno del capitale, con tutte queste incognite? Semplificando molto: l’impresa stipulando un “Future” sulle merci, può stabilire già oggi cosa pagherà ad una data Futura la materia prima e già oggi può stipulare un Future sul tasso di cambio (es.euro/usd), così saprà anche quale prezzo incasserà dalle sue esportazioni. Facciamo ancora un passo avanti parlando del contratto derivato sui tassi di interesse: IRS. La stessa impresa per finanziarsi aveva stipulato un mutuo a tasso fisso perché in quel momento sembrava la decisione più efficiente. Le previsioni sui tassi sono cambiate radicalmente e il tasso variabile è diventato molto più conveniente. Se vuole, può stipulare un contratto derivato sui tassi chiamato “interest rate swap” (in inglese scambio del tasso di interesse), da cui l’acronimo IRS. In questo modo, senza cambiare nulla del suo contratto originario, alla scadenza della rata del mutuo, avverrà uno scambio di denaro relativo alla differenza fra il tasso fisso del muto e il tasso variabile esistente in quel momento. Se la differenza è positiva per lui egli incasserà dei soldi che andranno a ridurre il costo del suo finanziamento originario. Evidentemente non si ha la certezza della convenienza dell’operazione. In questo caso, pagando un “premio” l’azienda si potrebbe comprare l’Opzione di adempiere o meno l’obbligo contrattuale. Quindi l’azienda pagherebbe solo il “premio” alla scadenza prevista, nel caso di non convenienza del contratto IRS. I derivati, quando sono usati per contropartite legato a valori concreti economici, sono strumenti preziosi per la gestione dei rischi, il problema è la leva finanziaria come vedremo la prossima volta.